Gestione team: cambia il modo di organizzare il lavoro di squadra

Dimentica il successo della tua azienda: se il tuo team non può contare su un ambiente di lavoro stimolante, sarà difficile ottenere grandi risultati. Sei vuoi davvero raggiungere i tuoi obiettivi imprenditoriali, fai in modo che questi ultimi siano condivisi, e che tutta la squadra si muova nella stessa direzione. Insieme. 

Metti da parte la classica organizzazione gerarchica che separa il capo dai dipendenti: oggi la squadra è il centro di tutto. Come nel calcio.

Lavoro di squadra e individualismi

bayern monaco foto corriere.it
Gestione team: cambia il modo di organizzare il lavoro di squadra 3

Domenica 23 agosto si è giocata la finale di Champions League tra Bayern Monaco e Paris Saint Germain, due squadre tra le più forti al mondo. La vittoria finale è andata ai tedeschi, grazie a un gol di Kingsley Coman, un ragazzo cresciuto proprio nella società parigina.

Bayern e PSG sono due formazioni molto diverse tra di loro. Nonostante il team francese abbia in rosa alcuni tra i giocatori più forti al mondo, essi giocano ciascuno per la propria gloria e per mettere in mostra il proprio talento. In un contesto simile, un giocatore giovane come Coman non aveva spazio per evolvere ed è stato mandato via a titolo gratuito a soli diciotto anni.

I bavaresi, dall’altra parte, hanno preferito concentrarsi sulla crescita di giovani promesse del calcio e costruire un gruppo solido, in cui i ragazzi sono amici e giocano l’uno per e con l’altro. Kingsley Coman è uno dei tanti calciatori che hanno trovato a Monaco un luogo ideale per migliorare e imparare.

Questo perché il Bayern ha un’idea precisa di squadra come collettivo, un organismo unico in cui ognuno è indispensabile

L’unione fa la forza: oltre i luoghi comuni

Nel mondo del lavoro di oggi saper gestire il team è fondamentale per ottenere risultati. Come già visto nell’articolo dedicato ai processi aziendali, il vecchio modello basato sull’autorità del capo è ormai obsoleto. Nell’ufficio moderno conta molto di più l’autorevolezza del leader, colui che sa dare il buon esempio ogni giorno.

Ecco alcune delle caratteristiche principali della leadership moderna su cui ti invitiamo a riflettere per trovare ispirazione:

  • la capacità di delegare: quando lavori con altre persone devi ricordarti sempre che hanno bisogno di sentire la tua fiducia. Concedere autonomia nell’organizzazione e nelle decisioni creerà un ambiente di lavoro in cui ognuno si sentirà indispensabile, dove gli obiettivi dell’azienda verranno perseguiti come fossero i propri;
  • riconoscere i meriti dei propri collaboratori: se qualcuno si distingue e fa un buon lavoro, non esitare a congratularti. Le parole di elogio rafforzano i legami e aumentano la fiducia in sé stessi e nel lavoro di squadra;
  • fare solo critiche costruttive: di fronte a un errore o a un ritardo in una consegna, non perdere la calma. Cerca di capire le cause che hanno portato al problema e trova le parole giuste per motivare il team a fare meglio le prossima volta. Gli errori non vanno puniti: vanno corretti;
  • la volontà di creare uno spirito di gruppo: per creare una squadra compatta è importante coinvolgere tutti. Un buon processo decisionale passa dal confronto e dallo scambio di opinioni.

tempi della competizione tra colleghi sono finiti: oggi si lavora fianco a fianco per migliorare insieme. Se crei un sistema di lavoro in cui ogni componente è importante crei un gruppo felice, uno spazio in cui ognuno si sente libero di esprimersi e contribuire per la crescita comune. 

È stata questa la forza del Bayern Monaco nella finale di Champions: essere una squadra per davvero, e puntare tutti insieme verso lo stesso obiettivo.

Tra le varie proposte del Lanziani Hub c’è anche la possibilità di poter organizzare attività di formazione, team building e laboratori di gruppo: la nostra sala conferenze e gli scenari attorno al lago Sirino aiuteranno te e la tua squadra a crescere insieme e rinsaldare i rapporti di collaborazione e fiducia.

Vieni a trovarci, non te ne pentirai.

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Eugenio Marinelli

Attore – Doppiatore

In qualità di doppiatore ha prestato la voce a: Gene Wilder, Elliot Gould, David Suchet (Poirot), John Goodman, Jean Reno, John Candy, Armand Assante, Gerard Depardieu, Jim Belushi, ecc. Fra le serie tv ha diretto:  Hercule Poirot, Nypd, Flipper, Murder one, Il principe di belair, Profiler, Elite 1e 2, 3 ecc…

CINEMA: Notti Magiche (regia Paolo Virzì), Il fuggiasco (regia A. Manni), I Giudici – nel ruolo di Pippo Calò (regia Ricky Tognazzi), Il Prefetto di Ferro (regia Pasquale Squitieri), Altrove (regia Enzo Balestrieri).

TELEVISIONE: L’amante dell’Orsa Maggiore e Strada senza Uscita (RAI 1, regia A.G.Majano); Quei 36 gradini  e  La Piovra 5(RAI1, regia L.Perelli), La luna nel pozzo (RAI 2, regia Enzo Balestrieri), Il caso Giner (RAI 3  telefono giallo di Augias), Milagros(telenovela per Rete4, 100 puntate nel ruolo di Damien), Caro Maestro (regia Rossella Izzo), Il maresciallo Rocca e La Memoria e il perdono (RAI 1, regia Giorgio Capitani), L’ispettore Giusti (regia S. Martino), Un prete fra noi III° serie (regia  R. Donna), Turbo(regia A. Bonifacio), Sei forte maestro II°( regia C. Risi),Un caso di coscienza (RAI 1, regia L. Perelli), Carabinieri e Distretto di Polizia 6 (regia A. Grimaldi), Gentedimare2 (RAI1, regia G. Serafini), Il Capitano 2 (RAI 1, regia Vittorio Sindoni) RIS  4 Questa è la mia terra 2 e Amore e Vendetta e Solo per amore 2 (R. Mertez), Provaci Ancora Prof 4 (Rai 1), Applausi e Sputi regia di Ricky Tognazzi.

TEATRO: ha lavorato con Lorenzo Salveti, Lauretta Masiero, Pino Micol, Riccardo Cavallo, Patric Rossi Gastaldi, A. Kost, Fabio Crisafi ,C. Frosi, M. Landi, Antonello Riva, Berto Gavioli, Ugo Margio, ecc.

RADIO: 1977/88  Speaker per Radio Lazio, diretta da Claudio Villa; 1980/93  Conduttore dei programmi per la Rai corporation di New York

Jacopo Mauriello

Attore – Doppiatore

Diplomato all’Accademia Nazionale del Cinema di Bologna in Recitazione e Doppiaggio. Docenti Silvia Luzzi, Massimo Giuliani e Rodolfo Bianchi. Si perfeziona con Micheal Margotta (allievo diretto di Lee Stransberg e all’Actor Studio di New York) ; con  Barbara Enrichi (vincitrice del David di Donatello come miglior attrice non protagonista). Master “Il Dialogo” di Silvia Luzzi presso Accademia Nazionale del Cinema, Bologna.

Ratatouille, percorso di perfezionamento professionale sul monologo e spettacolo : testi tratti da Apocalypse Now, La 25° Ora, L’Attimo fuggente, Festen ecc…C.N.T Teatrocittà. Partecipa al progetto Penis Project  di P. Schiavo per il Roma Fringe festival. C.N.T Teatrocittà

CORTOMETRAGGI. How to promote a movie – Regia di D. Misischia. Otto minuti – Regia di Luca Dal Canto. Ruolo: Co-Protagonista. Petis Amis – Regia di D. Albano. Ruolo: Protagonista. Take Off – Regia di A. Capanna. Un tarlo nell’orecchio – Regia di G. Fenocchi. Exit -Regia di G. Fenocchi e Filippo Cursio. Ruolo: Protagonista.

Paolo Madonna

Ammesso e frequenta l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” per il triennio 20/22.

Frequenta il Lab c/o Centro Sperimentale di Cinematografia a cura di Giancarlo Giannini

Ammesso al Seminario Propedeutico di Recitazione c/o Centro Sperimentale di Cinematografia per il triennio 2020/2022. Lab di recitazione con Danilo Nigrelli; Daniele Parisi e Luciano Colavero. Lab di Commedia dell’ Arte con Andrea Pangallo c/o Teatro della Scaletta

 Masterclass di recitazione Cinematografica con il Casting Director Dario Ceruti

Seminario di recitazione “Cechov e Noi” a cura di Eljana Popova c/o teatro Azione Campus. Seminario di recitazione “Officina dell’attore” a cura di Filippo Gili. Corso di doppiaggio presso Magma Lab Studio Direzione Artistica di Teo Bellia. Diploma presso Accademia Professionale di recitazione “Padiglione Ludwig”Direzione Artistica di Roberto Valerio e Martino D’ Amico (Docenti: Mauro Avogadro; Filippo Gili; Roberto Valerio; Carlotta Viscovo; Claudia Vegliante; Patrizia Hartman; Pietro Bontempo; Elisabetta Piccolomini; Sabrina Scuccimarra; Martino D’ Amico; Marcello Cotugno)

TEATRO Enaiat l’incredile storia, C.N.T Teatrocittà, regia di P. Schiavo. Jacques e il suo Padrone di Milan Kundera – Regia di Danilo Nigrelli,Cucina Buona In Tempi Cattivi ( testo di Francesco Battaglia)– Regia di Matteo Finamore; Compagnia Fucina Zero. Il Gabbiano di Anton Cechov – Regia di Luca De Bei. Hedda Gabler di Henrik Ibsen – Regia di Veronica Cruciani. La Piccola Città di Thornton Wilder- Regia di Marcello Cotugno Verso la Guerra di Carlo Goldoni- Regia di Roberto Valerio. Concorso in Divenire (Teatro Danza) – Regia di Valeria Andreozzi

Antonio De Stefano

Si diploma al Centro di formazione e Allenamento alle arti sceniche ACTING CREAZIONE RICERCA, diretto da Lucilla Lupaioli.

Studia educazione della voce con Valeria Benedetti Michelangeli; movimento scenico con Alberto Bellandi; canto con Evelina Meghnagi; metodo linklater con Antonella Voce; danza con Paola Sorressa e Susanna Odevaine; aikido con il maestro Mario Comite.

Prosegue il suo percorso professionale motivato dalla convinzione che coltivare contesti di ricerca, costruzione e creazione collettiva, aggiunga valore al suo lavoro. Significativi i progetti con la regista Lucilla Lupaioli e la Compagnia Bluestocking (tra i principali: Falsae Praetextae, finalista al Premio Tuttoteatro.com alle Arti Sceniche Dante Cappelletti 2013; Siamotuttigay –debutto al Todi Festival 2013; Darkroom e Il viaggio dell’eroe, Non perdo niente -Totally over you- di Mark Ravenhil, Primo Dicembre e Bric a Brac di L.Lupaioli, per la regia di Alessandro Di Marco) Lavora con Formiche di Vetro Teatro, sotto la direzione di Luca Trezza e con la Compagnia Teatro A – fondata da Arnaldo Ninchi e diretta dalla regista russa Valeria Freiberg.

Prende parte al Romeo e Giulietta di W.Shakespeare al Globe Theatre di Roma per la regia di Gigi Proietti. Per il cinema e la televisione: Le rose della Signora Wesmaker di Piermaria Cecchini; Ettore Spalletti: lo spazio che accoglie lo sguardo di Christian Angeli; videoclip del brano La maestrina di Fabrizio Fraioli, regia di Estefania Lochtenberg.

Nel 2014 è tra i cofondatori della CNT Compagnia Nuovo Teatro, diretta da Patrizia Schiavo, sotto la cui regia lavora agli allestimenti di Canto Clandestino, Umanità a numero chiuso, Io semplicemente noi, Picciridda, Penis Project.

Patrizia Schiavo

Direzione artistica. Attrice, regista, autrice, formatrice e insegnante di teatro.

Si forma seguendo, ancora giovanissima, diversi percorsi e metodologie in Italia e all’estero. Lavora con maestri come Dario Fo, Leo de Berardinis, Roberto Guicciardini, Carmelo Bene, Giorgio Albertazzi, Ugo Gregoretti, Giancarlo Cauteruccio e altri; con diverse compagnie teatrali e attori come (Giulio Brogi, Flavio Bucci, R. Giovampietro, Oreste Lionello, Regina Bianchi, V. Zernizt, Aldo Reggiani, C. Clery, Lello Arena e altri), affrontando diversi generi e autori, classici e contemporanei, con una attenzione particolare alla ricerca e al Teatro di impegno civile.

Ha frequentato il Lee Strasberg Institute di Los Angeles, ha continuato a perfezionarsi con Micael Margotta, Doris Hichs, Francesca de Sapio e Beatrice Bracco, costruendo con gli anni una propria strategia formativa mirata allo sviluppo e al potenziamento delle risorse individuali (rapporto tra espressività ed emozioni, vissuti e personaggi, creatività e self leadership). Collabora con la radio Rai e con la Rtsi in qualità di attrice.

Dal 93 tiene seminari e corsi di teatro in Italia, Svizzera, Germania e Olanda. Dal 1995 al 2001 dirige artisti provenienti da diverse parti del mondo all’interno di un progetto multiculturale contro la violenza e il razzismo, organizzato dall’Interkunst di Berlino.

Nel 94 fonda a Locarno, in Svizzera la C.N.T. Compagnia Nuovo Teatro, lavorando come autrice, attrice e regista.
Dal 2000 conduce corsi di formazione in ambito aziendale (tra cui Bnl, Tim, Ferrari, Terna, Social Change): “Public speaking”, “Teatro d’impresa”, creatività e comunicazione, gestione del conflitto. Docente presso “La palestra dell’attore”, la Scuola Svizzera e il Goethe Institut di Roma.

Nel 2014 fonda a Roma con un gruppo di giovani attori la nuova CNT e nel 2016 apre Teatrocittà, all’interno di un progetto di riqualificazione socio-culturale e urbanistica, in zona Torrespaccata alle spalle degli studi di Cinecittà.

Tra le varie iniziative la rassegna di corti teatrali: “Frammenti al femminile”, workshop e contest come “Corpo mobile”, dedicato alla danza contemporanea e il progetto “Parla con lei” per una nuova cultura della parità e del rispetto aperto con lo spettacolo molto amato da pubblico e critica,”Il laboratorio della Vagina”.

ENAIAT
l'incredibile storia

E’ la storia di un viaggio incredibile, un’odissea durata circa otto anni, dall’Afghanistan, attraverso Pakistan, Iran, Turchia, Grecia e infine Italia. È la storia vera e commovente di Enaiatollah Akbari un ragazzino afghano che per essere salvato, viene “abbandonato” dalla madre… tra mille difficoltà, in Pakistan, a soli dieci anni.Il padre derubato e ucciso dai banditi, provoca nei pashtun, proprietari delle merci rubate, voglia di risarcimento per il danno subito: prendere come schiavo un figlio di quell’uomo.  

L’etnia a cui Enaiatollah appartiene è quella hazara, soggiogata dai talebani, e sua madre non aveva altra possibilità di evitargli una fine terribile se non portandolo via dall’Afghanistan.
In Pakistan si ritrova solo, senza denaro e senza la minima idea di cosa fare, se non la voglia disperata di vivere e di mantenere fede ai tre insegnamenti che la madre, prima di tornare in Afghanistan, gli lascia come regola di vita: non fare mai uso di droghe, non usare armi per colpire un altro essere umano, non rubare ma guadagnarsi da vivere lavorando.

Enaiat racconta la violenza che lo ha circondato da sempre, a partire da quando ha visto uccidere dai talebani il suo maestro colpevole solo di non aver voluto chiudere la scuola. Ma in lui prevale sempre il desiderio di farcela, di iniziare una nuova vita, facendo i lavori più umili e faticosi, sempre con il sorriso sulle labbra e riconoscenza per coloro che gli danno un giaciglio o un po’ di cibo come il padrone del Samavat dove la madre l’aveva lasciato o il mercante che gli fa vendere la merce al bazar.

Riesce a fare amicizia con altri bambini hazara anche loro soli e costretti a vivere lavorando. Insieme ad uno di loro, Sufi, dal Pakistan raggiunge con un trafficante di uomini l’Iran, lavorando poi duramente in un cantiere per riuscire a pagarsi il viaggio.

In Iran il cantiere diventa la sua casa e la sua prigione. Nessuno esce dal cantiere per paura di essere preso dalla polizia, fanno i turni solo per andare a fare la spesa. Poi dopo le ennesime ingiustizie, gli sgomberi, i rimpatri, le botte prese dai poliziotti, decide di raggiungere la Turchia, scalando le montagne per circa un mese, di notte per non essere visti, al freddo, senza cibo. E dopo tre giorni di viaggio nel cassone di un camion con un doppio fondo alto circa cinquanta centimetri, Istanbul. Ma in Turchia non c’è lavoro, così Enaiatollah e i suoi amici, che convince a pagargli il viaggio poiché sapeva qualche parola di inglese, partono di notte con un gommone a remi per la Grecia, senza salvagente, una follia dettata dall’entusiasmo e dall’incoscienza come prova che si possa anche vincere una sfida impossibile.

Insomma rischiare di essere scoperto e rimandato indietro o di perdere la vita, considerando che Enaiat è solo un bambino, sono prove così drammatiche che solo alcuni fortunati riescono a superare.  Per fortuna incontra persone che hanno umanità nei confronti di questo ragazzino educato e terribilmente solo.

Sono proprio questi pochi, ma fondamentali incontri che hanno permesso a Enaiatollah di arrivare a Torino, trovare una famiglia che lo ha preso in affido, studiare e costruirsi un futuro.

Quanti possono dire la stessa cosa? Quanti sono invece spariti nei doppifondi di un camion, congelati sulle montagne che tentavano di attraversare, o ingoiati dal mare? Ci sentiamo sereni per la vittoria di uno o dobbiamo vergognarci per la sconfitta (che significa quasi sempre morte) di tanti?

Ti richiamiamo noi!